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    UNSIC: La “cura”, risorsa vitale - UNSIC

    Sarà inesorabilmente il tempo a sbiadire, purtroppo, il ricordo di Papa Francesco. Così come avvenuto per un altro grande Papa, Wojtyla. Con il conclave in corso, le attenzioni si spostano implacabilmente sul futuro.

    Eppure alcuni semi di Bergoglio, acquisiti direttamente dal Vangelo, continueranno a dar frutti. Con esiti qualitativi più che quantitativi.

    Un aspetto centrale del pontificato di Francesco è stato infatti quello di valorizzare la “cura”. Cioè l’attenzione per i “fratelli”, la considerazione degli ultimi, l’assistenza ai bisognosi.

    Il pacifismo, la centralità della famiglia, la compassione, la misericordia, la propensione al dialogo, l’impegno per il bene comune, il “costruire ponti”, la protezione della natura sono tutti temi che hanno in comune “la cura” per l’altro, per l’ambiente, per “il creato”. Sono gesti concreti che hanno riproposto, nella sua rivoluzionaria semplicità, la carità cristiana.

    Ma la “cura” è qualcosa che va oltre la sfera unicamente religiosa. Il messaggio di Bergoglio ha un forte connotato laico, tanto che sono stati soprattutto moltissimi non credenti ad assurgerlo a simbolo di speranza per una società migliore.

    La forza della “cura” è nella contrapposizione all’egoismo, all’individualismo, all’indifferenza, cioè ad elementi nocivi non soltanto per la spiritualità, ma proprio per le relazioni sociali.

    Se il male lievita nel mondo, soprattutto nelle alte sfere dei potenti e dei grandi interessi economici che trasformano sempre più spesso la competizione in scontro, la “lezione” di Francesco offre comunque l’indicazione di un antidoto, il suggerimento di un patrimonio alternativo, la visione della speranza e di un cambio di paradigma per affrontare le nostre inquietudini.

    Su un piano strettamente profano ma assai significativo, con La cura per me Giorgia all’ultimo festival di Sanremo ha proposto una bella canzone d’amore dove l’esigenza di riguardo personale “spegne la paura di rimanere sola”. Con una chiave più universale, Franco Battiato rivolge la sua Cura ad “un essere speciale” augurandosi di “percorrere assieme le vie che portano all’essenza”. Sono poesie contemporanee che dimostrano non soltanto quanto siano prossime al messaggio di Francesco, ma anche quanto questo sia modernissimo.

    La “cura”, pertanto, si offre come lo strumento più idoneo per contrastare quella malata “cultura dello scarto” che nel nostro pianeta sta compiendo tragedie di ogni sorta.

    Domenico Mamone

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