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    UNSIC: Dazi: crollano i mercati globali - UNSIC

    Lunedì nero per le borse internazionali. Il segno meno imperversa in tutti i mercati europei, asiatici e anche americani. È la risposta della finanza ai dazi rivolti ai partner commerciali Usa, imposti da Donald Trump. Il tycoon afferma che le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono da rintracciarsi nella tassazione che l’Unione europea applicherebbe già ai prodotti provenienti dagli Stati Uniti – a detta di Trump sarebbe intorno al 39%. Per fare cassa e sanare il deficit commerciale derivante da queste imposte europee, il presidente americano ha pensato di controbilanciare la situazione introducendo i dazi sui prodotti esportati Oltreoceano, che vanno dal 10% per la Gran Bretagna, al 20% per l’Ue, fino ad arrivare al 54% per la Cina (attualmente sono al 20% quindi ci sarebbe un incremento reale del 34%).  Al momento sono esclusi Canada e Messico, già sottoposti a dazi del 25% su alcuni prodotti. L’agenzia di stampa newyorkese Bloomberg, citando fonti dell’amministrazione Trump, ha pubblicato nei giorni scorsi la lista dei Paesi interessati dalla tassazione e la relativa percentuale:

    • Cina 34% (54%)
    • Ue 20%
    • Svizzera 31%
    • Gran Bretagna 10%
    • Giappone 24%
    • India 26%
    • Corea Del Sud 25%
    • Indonesia 32%
    • Cambogia 49%
    • Tailandia 36%
    • Taiwan 32%

    Venerdì crolla Wall Street che chiude con i principali indici in picchiata; perde anche il petrolio. In difficoltà i titoli delle aziende americane che esportano in tutto il mondo: Nike -5,32%, Apple -6,28%, Amazon -9% e Meta Platforms -4,44%. Giù Tesla di Musk del -7,61%. Calano le criptovalute.

    Stanotte la crisi ha travolto anche l’Oriente con le borse asiatiche che affondano: Seul -5,57%, Tokyo -7,83%, Hong Kong precipita a -13,22%, Shanghai -7,34%, Shenzhen -10,79%.

    Male anche l’Europa con la milanese Piazza Affari attualmente a -5% e nessuna azione in rialzo, mentre stamattina in apertura ha registrato -7%. In avvio di giornata affondano gli energetici, Eni ed Enel e le banche Unicredit e Intesa. Leggermente meglio Londra (-6,5%) e Madrid (-4,7%).

    Ma Trump non si scompone e dichiara: “Non voglio che nulla vada a rotoli, ma a volte bisogna prendere una medicina per sistemare qualcosa. Dobbiamo risolvere il nostro deficit commerciale con la Cina – ha continuato il tycoon, aggiungendo che gli Usa hanno “un deficit commerciale di mille miliardi di dollari con la Cina, centinaia di miliardi di dollari all’anno che perdiamo. Se non risolviamo questo problema, non farò un accordo”.

    Rivolgendosi all’Europa, l’inquilino della Casa Bianca ha chiesto riparazioni finanziarie. “Abbiamo imposto una grossa tariffa all’Europa – ha spiegato Trump. Stanno venendo al tavolo, vogliono parlare, ma non c’è dialogo se non ci pagano un sacco di soldi su base annua, non solo per il presente, ma anche per il passato”.

    Intanto la politica economica americana sembrerebbe funzionare. “Più di 50 Paesi hanno contattato il presidente per avviare una negoziazione – ha detto domenica 6 aprile ad ABC News Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca. Ha affermato che i Paesi lo stanno facendo “perché capiscono che stanno sopportando gran parte del peso dei dazi”.

    Il governo italiano è al lavoro per arginare la situazione e sta valutando misure per proteggere le imprese colpite dai dazi Usa. Domani, martedì 8 riceverà le associazioni di categoria “Eventuali misure si possono valutare solo alla luce dei dati reali che oggi non abbiamo ancora – ha dichiarato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso intervistato dal Sole24Ore – e dovranno tener conto delle conseguenze altrettanto e forse ancor più gravi di eventuali contromisure europee. A ogni modo, martedì inizieremo a confrontarci con le imprese, per sentire anche le loro proposte, per definire ciò che si può mettere in campo affinché sia davvero efficace. Ma tengo a sottolineare che eventuali misure compensative a favore dei settori maggiormente colpiti devono essere europee perché, in caso contrario, alla divisione dell’Occidente minacciata dai dazi finiremmo per rispondere con la divisione dell’Europa”.

    Posizioni europeiste anche per il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Dobbiamo lavorare per evitare assolutamente una guerra commerciale, che sarebbe esiziale per gli Usa e per le nostre imprese – sostiene il titolare degli Esteri. “Dobbiamo trattare, lo deve fare l’Ue unita. L’Italia sosterrà tutte le iniziative del commissario Sefcovic, nella quale riponiamo estrema fiducia”.

    Vanessa Pompili

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